L’autunno imperversa ma, dato che chi pesca a mosca è anche e sopratutto un sognatore, bastano quattro giorni di sole e ci si convince che sia tornata la primavera.
Da qualche settimana, complice la voglia di conoscersi, si meditava un’uscita di pesca tra gli esponenti del Tuscia Fly Club e me e mio padre. Dopo qualche consultazione riusciamo a fissare la data e il posto.
I protagonisti di questa giornata sono quattro, due tra le cariche più alte del Tuscia Fly Club, ovvero il Presidente e Sandro, Vice-presidente, e poi ci siamo noi, mio padre Benny ed io, per gli amici “Bagnamosche”.
Ma andiamo con ordine, io e Benny arriviamo all’appuntamento con i nostri cinque minuti di ritardo trovando il Presidente già ad attenderci, manca ancora Sandro che però causa distanza, trattori e anziani alla guida col cappello arriva dopo una mezz’ora, dovrà fare ammenda con una scatola di mosche per il Presidente (scoprirò poi che questa è la valuta corrente nel TFC).
Durante la preparazione possiamo sbirciare e mostrare i nostri artificiali, per me che ho pescato solo con Benny da quando ero ragazzo è una novità. Alla fine siamo pronti, la giornata è bellissima, il sole comincia a spuntare da
dietro le colline e noi siamo impazienti di cominciare a pescare.
Benny, come al solito, riesce a tenere un’andatura impressionante così quando arriviamo al fiume è già in pesca ma senza risultati apprezzabili mentre per il momento Sandro, che ci ha preceduto, è intento a scegliere la bobina: ha
intenzione di non lasciare nulla al caso!
L’acqua, seppur velata, invita a lanciare ma l’inizio del sottoscritto non è certamente dei migliori, scarse capacità unite all’emozione di lanciare davanti ad un pescatore esperto non aiutano, ho la sensazione di aver preso in mano la
canna per la prima volta. Lascio quindi il posto al Presidente per calmarmi un pò prima di riprendere: guardarlo lanciare è semplicemente un piacere per gli occhi!
In acqua non si scorgono segni di vita e anche nei punti in cui appena un mese fa avevo catturato diverse prede, non riusciamo a schiodare dal fondo nemmeno un cavedano.
La temperatura forse è ancora troppo bassa così si decide di risalire, sperando in una maggiore attività dei pesci nelle ore centrali della giornata.
Sandro e Benny vanno avanti, mentre io e il Presidente diamo fondo alle nostre capacità di escursionisti tagliando per sentieri scoscesi, scalando rupi e attraversando foreste di rovi, cercando di superarli, salvo poi trovarceli alle
calcagna una volta sul fiume. A questo punto comincio a sospettare che avessero dei quad nascosti con cui spostarsi!
In tuti i modi davanti a noi possiamo ammirare una larga ansa che si stringe per poi finire in una serie di piccole rapide prima di biforcarsi: è davvero invitante, così liberate le nostre imitazioni dall’occhiello cominciamo a lanciare.
Il Presidente mi supera alle spalle e si mette a monte insidiando pinnuti col mitico “bacarozzo” ma niente accende l’interesse dei cavedani ed anche la mia terrestrial fa bella mostra di sé sul pelo dell’acqua ma sono io l’unico a guardarla, temo…
Continuiamo a risalire a coppie sulle rive opposte, il nostro lato si inerpica un po’ e ci allontana dal corso d’acqua ma così possiamo intravedere dall’alto Sandro intento a pescare più avanti: è una bella scena, l’occhio benevolo(?) del “maestro” si posa su di lui e approva(?)…
…se solo somigliasse di più a Redford si potrebbe pensare a un bel film sulla pesca a mosca!
Si prosegue alla ricerca di una discesa percorribile verso il fiume che troviamo più avanti, dove finalmente la compagnia si riunisce.
“Preso niente?” chiediamo, “Rami in faccia” è la loro risposta… almeno in quella triste classifica siamo pari! Una pausa permette di fare uno spuntino e per chi fuma dare sfogo al vizio; nel frattempo ci accorgiamo che siamo nel mezzo di una schiusa che però non provoca bollate sull’acqua, sembra che il fiume oggi voglia davvero ricordarci chi comanda.
Mi stacco per fare un tentativo su un tratto a valle davvero bello, riesco a fare qualche lancio preciso e mettere l’artificiale dove voglio ma niente da fare: oggi il cappotto sembra bello e pronto da portare a casa.
Sento le voci degli altri che mi chiamano, il tempo di perdere la mosca su un salice (va bene piccola ingrata sverna pure li!!!) e li raggiungo. Torno con le pive nel sacco verso il gruppo, e trovo il Presidente con una strana luce negli occhi. Scopro così che il tempo rimanente, visto che tanto pesci non se ne prendono, sarà dedicato a me e ad un riluttante Sandro per essere rispettivamente allievo e istruttore di una lezione pratica di lancio: al Tuscia Fly Club non si molla un centimetro e si sfrutta sempre la situazione nel migliore dei modi!
Benny intanto si gode la scena seduto su un grosso masso ridendosela sotto i baffi: è stato il mio maestro e ricorderò più tardi che quanto mi diranno sono le stesse cose che mi aveva insegnato quasi trent’anni prima.
Non sono un allievo modello ma cerco in tutti i modi di capire quello che mi spiegano, in quanto a metterlo in pratica però è tutta un altra storia. Le cattive abitudini sono dure a morire così rendo la vita al mio istruttore più difficile del
previsto e anche se agli altri può non sembrare mi impegno davvero, ma forse la stanchezza non aiuta.
Il Presidente, seduto più distante per osservare meglio i lanci, dà indicazioni e mi aiuta correggendo anche lui i miei errori.
Andiamo avanti per un po’ fin quando riesco a fare (forse?) qualche movimento giusto, ma si sta facendo tardi e il sole comincia a tramontare, così tra battute e risate si torna verso le macchine dove la foto di gruppo chiude questa prima uscita col Tuscia Fly Club.
Uso questo spazio per ringraziare il Presidente per avermi fatto capire con tatto che ho molto da imparare buttandola sul gioco di una lezione improvvisata, ammetto che è stato divertente e istruttivo!
Ringrazio anche Sandro per avermi dedicato del tempo, se questa era una prova generale per diventare istruttore, credo che sarai un ottimo maestro!
“Bagnamosche”
Autore: Amedeo