“A secca”, “a sommersa”, “a ninfa” sono definizioni che identificano in maniera inequivocabile tecniche di pesca a mosca che prevedono l’impiego di imitazioni di insetti che ritroviamo solitamente negli ambienti che siamo soliti frequentare e quando si parla di insetti si affronta un argomento estremamente vasto.
Non bisogna però preoccuparsi perché non è affatto necessario scendere nei dettagli per trarne elementi utili per il pescatore a mosca. Salvo voler entrare nel fantastico mondo dell’entomologia, ci sarà sufficiente riuscire a distinguere fra un’effimera, un tricottero, un plecottero, un terrestrial ed un chironomo.
Sono tutti insetti che – tranne i terrestrial (letteralmente, “insetto terricolo”) – hanno un ciclo vitale che inizia dall’uovo deposto sotto o sulla superficie dell’acqua e che si sviluppa in fasi successive passando attraverso stadi diversi (metamorfosi) fino alla maturità ed alla ovodeposizione. La morte, che vede l’insetto cadere inerte sull’acqua, ne chiude il ciclo vitale e rientra spesso, anch’esso come tutti i precedenti, nel menù del pesce.
E’ facile distinguere i vari “gruppi” di insetti, soprattutto nel loro stadio di adulto: le effimere (= che hanno vita breve) si presentano con le ali verticali sul corpo ( \/ ); i tricotteri (=dalle ali pelose, in inglese noti come sedge o caddis), i ben noti “portasassi”, hanno le ali poste a forma di tetto orizzontali sul corpo ( /\ ) mentre i plecotteri (=dalle ali con venature, o stonefly per i Britannici), che vivono in acque molto pulite, le portano orizzontali, parallele al corpo ( _____).
I chironomi (midge in inglese) sono tipici delle acque non molto pulite; sono molto simili alle zanzare ma non pungono e sono la vera disperazione dei pescatori a mosca per via delle minute dimensioni (che li rendono di difficile realizzazione). I terrestrial, infine, sono ben più facili da identificare: sono tutti quegli insetti che vivono sul terreno e che possono accidentalmente cadere in acqua per motivi più diversi: grilli, cavallette, formiche, ragni, bruchi, vespe…
Saper distinguere una Ephemera danica da un Ephemera guttulata oppure una Ecdyonurus venosus da una Baetis rhodani è senza dubbio molto appagante ed interessante (senza parlare poi della distinzione fra esemplare maschio da quello femmina) ma non è sicuramente così importante per prendere pesci purché si rispettino alcuni criteri basilari di scelta dell’artificiale (il rispetto delle dimensioni o della silhouette, per esempio).
C’è chi fa di queste identificazioni una questione primaria, così come giura sul dover discriminare fra una sfumatura di colore più scura o più tenue ma tutto questo non fa altro che portare confusione nel già complesso mondo della pesca a mosca. Iniziamo quindi dalle cose semplici: chi, poi, si sentirà attratto da questa bellissima branca scientifica, avrà tutto un universo da esplorare. Di sicuro i pesci non sono degli studiosi della materia e mangiano tutto quello che per loro è commestibile, senza curarsi di nomi latini o sfumature di colore.
Non voglio assolutamente sminuire l’importanza dell’entomologia nell’ambito alieutico e in un prossimo incontro cercheremo di approfondire l’argomento. Ma non dimenticate che per pescare a mosca non serve essere necessariamente degli entomologhi. Ben più importante è saper affrontare correttamente il fiume od il lago e l’ambiente che ci circonda.
Questo articolo fa parte di collaborazioni con testate giornalistiche che risalgono ad alcuni anni fa. Riteniamo che, sebbene datati, possano avere ancora qualche interesse, soprattutto per i più giovani.