La pesca a mosca in provincia di viterbo

Skues sconosciuto

Immagine da “The Man of the Nymph” – Hale Publ.

Skues sconosciuto: ovvero una breve digressione, un passaggio proveniente da un testo di grande valenza per chi desidera approfondire non la tecnica ma la filosofia legata alla pesca a ninfa al tempo della ormai famosissima diatriba.

Abituati a credere al dogmatismo halfordiano che ha imperato per decenni e che metteva la mosca secca in cima ad una montagna pressoché inviolabile, abbiamo perso di vista tutto quello che ruotava intorno a questa situazione e che non è mai stato preso in considerazione. Abbiamo “bevuto” tutto quello che ci è stato propinato, come un caffè deglutito senza mescolarne lo zucchero.

Il pensiero sconosciuto di Skues

“Una ninfa artificiale deve somigliare il più possibile al naturale che si vuole imitare. E si possono chiamare ninfe solo quegli insetti allo stadio larvale maturo degli appartenenti agli efemerotteri. Devono pertanto essere esclusi tutti gli altri invertebrati subacquei(*).”

Questo, in sintesi il pensiero di Skues quando era ormai avanti con gli anni.

Ed anche nei confronti di quelle esche fantasiose presenti nei negozi e nei vari cataloghi, come per esempio la Bloody Butcher o la Professor non era affatto tenero. Dovevano infatti essere disprezzate  e rifiutate dal pescatore “onesto” poiché non somigliavano a nulla di presente in natura.

Utilizzarle era come armare la mano dei “fanatici della mosca secca” che ne volevano ristabilire il rigido ed esclusivo dispotismo.

Stesso discorso valeva per le mosche sommerse (o “bagnate”): dovevano essere dotate di hackle corte anziché lunghe.

Tecnica

In merito alla tecnica, non era concepibile pescare a ninfa alla cieca (od a casaccio, in pratica pescare l’acqua) (**). Era infatti considerato legittimo e sportivo pescare solo su un pesce in evidente attività al di sotto della superficie, in pratica, un pesce che si stava cibando di ninfe. Considerazione che riporta alla mente qualcosa di molto simile…

Ed i puristi? La loro reazione avversa non era indirizzata alla pesca a ninfa “come predicata da Skues” bensì a quelli che usavano il termine di “pesca a ninfa” per descrivere una versione mascherata e meno virtuosa della mosca sommersa, tecnica (considerata un’arte) molto difficile e ben al di fuori delle capacità di molti pescatori.

Conclusioni

Questo estratto ci aiuta a comprendere meglio l’influenza sulle nostre convinzioni in merito alla famosa diatriba dovute a notizie e nozioni incomplete e per certi versi errate.

Halford è stato accusato di essere stato eccessivamente dogmatico nelle sue esposizioni intransigenti. Nessuno, o quasi, ha voluto osservare il retro di quella medaglia che, ad un esame approfondito, avrebbe mostrato e rivelato fatti sorprendenti.

Se Halford redasse una sorta di decalogo per il pescatore a mosca secca, Skues non fu da meno nelle sue considerazioni, come ci illumina questo estratto.

(*) Curiosamente, e per dovere di cronaca, si ricorda che, contrariamente a quanto descritto e documentato nel passaggio precedente, ben prima di attestarsi su queste Skues aveva fatto uso di imitazioni (sommerse) di invertebrati diversi dalle effimere ed aveva praticato la pesca a ninfa senza indirizzarsi ad uno specifico pesce in attività.

(**) Sono le basi della pesca a ninfa ragionata che nulla ha a che spartire con la pesca a ninfa come si vede spesso praticata oggi.

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