La pesca a mosca in provincia di viterbo

La Cavalletta per il temolo

La Cavalletta per il temolo: a prima vista non ci sarebbe nulla di strano. Esistono diverse imitazioni che fanno al caso nostro. E l’insetto naturale è sempre stato usato come esca principe. 

Ma in questo caso ci troviamo di fronte qualcosa di ben diverso. Non si tratta di un’esca da usare sulla superficie dell’acqua bensì ben in profondità, nonostante il nome. Sorpresi? Vediamo come ce la presentano  R. Lake e R. Woolley, nel loro “The Grayling, Salmo thymallus” (seconda edizione – 1946).

“La Grasshopper (cavalletta) è un’esca da temoli relativamente vecchia, visto che già nella terza edizione di Salmonia pubblicata nel 1823 si legge “Per prendere temoli di grosse dimensioni non c’è niente di meglio di applicare una Grasshopper in cima alla lenza, con il piombo e il gambo rivestiti di seta verde e giallo per imitare il corpo dell’animale.

Non l’ho mai provata ma questa esca è nota per essere responsabile della cattura di grossissimi pesci, soprattutto se si mettono uno o due cagnotti sull’amo (**). Si deve tuttavia notare che non si vedono spesso cavallette dopo Settembre (*). Se si vuole usare la Grasshopper suggerisco una lunga canna di 12’6” e usarla come si fa per pescare con i minnow nel Devonshire: si estrae la lenza e la si tiene in mano (quella sinistra per i destrorsi); si effettua un lancio corto e rapido lasciando scorrere la lenza senza fermarla né bloccarla.

Se ne avete tirata fuori troppa, abbassate il cimino, lasciate affondare l’esca e cercate di mantenerla vicino al fondo della buca. Tenete la lenza fra il primo dito ed il pollice della mano sinistra, passatela intorno al mignolo ed ancora fra l’indice ed il pollice; durante il recupero, raccoglietela nel palmo della mano mentre le fate attraversare la corrente. Ripetete la procedura spostandovi di un paio di metri fra un recupero e l’altro. “

Considerazioni analoghe

Non molto diversa è la versione di W. E. Davies  in “Davies’ trout and grayling fishing” del 1957 dove riporta che  l’artificiale preferito dai pescatori dello Hertfordshire sul Wye è la Grasshopper o, come la chiamano in loco, la Hopper.

“È sorprendente come non venga più utilizzata sui fiumi da temoli. Somiglia ben poco, o meglio per niente, all’insetto naturale ma ha una reputazione di estrema efficacia.

Viene usata con una canna da 12 piedi, una lenza sottile e circa tre metri di finale in nylon o in gut. Su un amo del 10 o del 12 si avvolge del filo di piombo sottile, per farla affondare meglio. Poi si avvolge con seta floss, lana o herl di pavone verde oliva. Alcuni pescatori aggiungono del tinsel dorato sottile sul corpo per realizzare artificiali da usare in acqua affatto limpida.”

L’autore, tuttavia, preferisce realizzare una testina in herl bronzata di pavone mentre per il corpo utilizza una herl di pavone verde. Ad una trentina di centimetri sopra l’amo si applicavano un paio di piombini: la tecnica è molto simile a quello che oggi si chiama “a razzolare” facendo posare l’esca sul fondo sollevandola più volte mentre scende a valle. A volte si applicava un verme rosso od un bigattino sulla punta dell’amo.

Conclusioni

Ora, capisco che tutto questo non c’entra proprio nulla con la pesca a mosca ma, parlando di cultura alieutica, ritengo che sia un argomento, se non condivisibile, quantomeno curioso. 

Il fatto è che viene presentato ai lettori come opera di “Richard Lake con capitoli sulla pesca a mosca secca, sommersa ed altre tecniche a cura di Roger Woolley”, quest’ultimo apprezzato pescatore a mosca di quel tempo.

Vi sono infatti alcuni dettagli che colpiscono subito.

  1. L’aggiunta di cagnotti o di vermi la rendono subito detestabile, almeno da parte di una larghissima fetta di pescatori (a mosca, poi, direi quasi la totalità). E sorge subito una domanda: perché chiamarla “Cavalletta” se poi ci si aggiungono vermi o cagnotti? 
  2. Lo stesso vale per il periodo di utilizzo consigliato: prima di settembre “non si vedono spesso cavallette”. Ha forse qualche somiglianza con questi Ortotteri? Forse, ma solo lontanamente, i colori. 
  3. Anche la modalità di impiego ha poco a che vedere con il comportamento in acqua di questi insetti: “usarla come si fa per pescare con i minnow” significa farla muoverla nella corrente facendola arrivare vicino al fondale (grazie al piombo) e recuperandola come si fa con un cucchiaino.

E’ evidente che si tratta di un articolo palesemente poco attinente con la nostra tecnica e riveste solo un carattere storico-culturale. Non può essere considerato né educativo né divulgativo bensì prettamente documentale e come tale viene presentato ai lettori. 

 

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