Il passato ritorna… In questo periodo di estrema siccità (2022) colpisce leggere che simili situazioni non sono nuove. Torniamo indietro nel tempo e leggiamo riporta lo storico Tony Hayter in un suo libro dedicato a Skues:
“La calda estate ed il basso livello idrico del 1911 causarono situazioni anomale ovunque.
Ogni dove la campagna era arsa ed era difficile trovare alberi con le foglie verdi. Persino gli uccelli erano silenti. In luglio, il più caldo dal 1868, la temperatura arrivò a 34°C ed in agosto raggiunse i 37°C.
In quel periodo i giornali riportarono una notevole mortalità fra la popolazione a causa del caldo, in particolare fra i bambini.
L’area dei chalk-stream ne fu seriamente colpita: in autunno il Kennet era asciutto a valle di Malborough fino a Rambsbury, cosa mai successa prima.
il Test e l’Itchen erano estremamente bassi ed a Abbots Barton l’acqua era praticamente ferma. In agosto solo la mosca sommersa dava risultati ma di sera la Orange Quill era pur sempre efficace.”
Le temperature menzionate sono inferiori rispetto a quanto rilevato quest’anno da noi ma si sta parlando di Inghilterra, dove le condizioni climatiche sono diverse rispetto all’Italia.
Sorprende notare che, nonostante la criticità, la pesca fosse ancora permessa (viene da supporre per motivi di cassetta…) mentre sarebbe stato logico sospenderla.
Speranze
Sarebbe opportuno che i nostri dirigenti regionali/provinciali prendessero in considerazione questa eventualità. E’ una decisione non facile ma indispensabile se vogliamo salvare il salvabile.
Situazioni come quella di questo anno mettono a rischio non solo la pesca ma l’intero ecosistema.
E che i pescatori, soprattutto quelli che si professano “ecologisti”, si astenessero da pescare in condizioni critiche. Ma se proprio non riescono a resistere lontani dai fiumi (mah…) che evitino in maniera assoluta di entrare in acqua (suggerimento che riteniamo debba essere seguito anche in condizioni di livelli normali).