La pesca a mosca in provincia di viterbo

Il Cavedano Italico

Ordine: Cipriniformi

Famiglia: Ciprinidi

Nome scientifico: Squalius squalus

 

 

 

 

 

 

 

 

Descrizione

Il cavedano italico presenta un corpo robusto e affusolato ricoperto da grosse squame, il colore del dorso è grigio verde con riflessi blu e marroni, schiarisce poi sui fianchi virando su toni argentei e arrivando al bianco giallastro sull’addome, è possibile notare delle sfumature dorate tra dorso e fianchi più o meno accentuate.

La testa e la bocca sono grandi con quest’ultima caratterizzata dalla mascella superiore leggermente più lunga di quella inferiore.

Presenta una pinna dorsale relativamente piccola, una pinna anale, due ventrali, due pettorali oltre all’ampia pinna caudale.

Diffusione

Specie endemica d’Italia e della fascia costiera dalmata, il cavedano italico, parente stretto del cavedano europeo (Squalius cephalus), è uno dei pesci d’acqua dolce più diffusi, al punto da arrivare in alcuni ecosistemi ad essere la specie ittica dominante.

Nonostante quanto detto sopra negli ultimi anni stanno subentrando diversi fattori che potrebbero influenzare la diffusione della specie, tra questi l’aumento di predatori alloctoni come i Siluri o uccelli ittiofagi un tempo meno presenti, come i cormorani. Inoltre l’introduzione dell’affine cavedano europeo per la pesca sportiva, sta portando ad una progressiva ibridazione, tanto da far temere che la specie potrebbe in un futuro prossimo essere costituita quasi interamente da ibridi, salvo poche zone isolate.

Habitat

Per quanto sembri prediligere acque limpide e fondali ghiaiosi la sua estrema adattabilità fanno sì che si possa trovare in ambienti assai diversi tra loro, dai fiumi nella zona dei ciprinidi fino alla foce, ai bacini lacustri, sopportando bene l’inquinamento e le acque poco ossigenate, riuscendo a vivere in ambienti poveri di cibo.

Biologia

Il cavedano italico è un pesce di media taglia che può arrivare a 60 cm per 4 kg di peso vivendo fino a 15 anni ma nelle popolazioni italiane raggiunge dimensioni generalmente inferiori; in ogni caso le femmine hanno dimensioni maggiori dei maschi.

Il comportamento gregario dei giovani esemplari, che è possibile osservare in banchi più o meno grandi nelle acque meno profonde, viene perso con la crescita e gli esemplari più grossi tendono a restare isolati o in gruppi di pochi individui.

Una delle chiavi del successo evolutivo del cavedano è certamente la capacità di cibarsi di qualsiasi cosa arrivi alla sua portata come alghe, invertebrati acquatici, pesci, insetti, semi e frutti.

Il periodo riproduttivo ricade, in base anche alle temperature dei corsi d’acqua, tra i mesi di maggio e giugno; le uova piccole e di colore giallo vengono deposte su massi, tronchi sommersi o sui fondali ghiaiosi. In questo periodo è possibile osservare nei maschi i piccoli tubercoli nuziali sul capo e sul corpo mentre le femmine appaiono più tozze per la maturazione delle gonadi.

Pesca

La pesca del cavedano italico viene praticata esclusivamente a scopo ricreativo, le sue carni e le molte spine infatti rendono il suo valore nullo in termini di mercato.

È possibile insidiare questa specie praticamente con qualsiasi tipo di pesca e ovviamente la tecnica della pesca a mosca, secca o ninfa, non fa eccezione.

E’ opportuno ricordare che seppure meno selettivo rispetto a trote e temoli, il cavedano compensa con la diffidenza, tendendo a mangiare – sarebbe meglio dire “saggiare” – l’artificiale senza inghiottirlo e con grande velocità: per questo motivo è importante evitare di metterlo in allarme e avere una buona ferrata.

Premesso che per il cavedano l’avvicinamento e la posa dell’artificiale hanno generalmente più importanza dell’artificiale in sé, possiamo affermare che i “terrestrial” siano esche molto gradite; quindi imitazioni di bruchi, grilli, imenotteri e coleotteri. Non di meno risultano efficaci le imitazioni di Plecotteri, Tricotteri ed Efemerotteri sia allo stadio adulti sia ninfale. In tutti i modi la dieta estremamente varia di questo ciprinide ci permetterà certamente di insidiarlo con le più varie imitazioni e tecniche.

Pescando a mosca, reagisce sia alle secche sia alle sommerse, streamer compresi. Particolarmente redditizia risulta la pesca “in battuta”, posando con una certa veemenza l’esca (di solito una mosca secca/terrestrial), all’altezza della coda (e quindi non sul muso) dell’animale che solitamente si gira di scatto e ghermisce l’esca con voracità.

Lo si può trovare i tutti i tipi di acque, dal lago ai grandi fiumi, dai piccoli riali ai torrenti di media montagna.

Regolamento per il Lazio:
(Legge regionale 87/90 aggiornato a novembre 2021)

  • Misura minima: 18 cm
  • Divieto di pesca: dal 15/5 al 30/6

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