La pesca a mosca in provincia di viterbo

Mosche da cavedano? Forse sì, ma anche no…

Mosche “da cavedano”? Forse sì, ma anche no…

-***-

La mosca “da cavedano” per autonomasia è il palmer, anche se non tutti condividono questo pensiero. Abbiamo già visto la discendenza etimologica di questa mosca ma perché è considerata “da cavedano”?

All’inizio del XIX secolo la tecnica di pesca nota con il nome di “dibbing” (insetto voluminoso – mosche di maggio, cavallette, vermi e “bruchi”… – infilzato sull’amo, fatto ballonzolare e posato sulla superficie dell’acqua nei pressi del pesce) era molto comune. Ovviamente, ben presto si realizzarono imitazioni di questi insetti. 

 

Un po’ di storia

Brookes (The Art of Angling now Improved with Additions and Formed into a Dictionary, 1766) fa riferimento, tra le altre, ad una “Caterpillar Fly” (probabilmente la Black Caterpillar utilizzata da Bowlker – autore di The Art of Angling) ossia “mosca-bruco” e meglio conosciuta come “Black Palmer”, indicata per i cavedani.

I cavedani, si sa, sono praticamente onnivori: mangiano di tutto e non disdegnano bocconi di una certa rilevanza.

Ecco quindi l’impiego di un’esca voluminosa come, appunto, la Black Palmer, spesso sostituita da imitazioni affatto esili di farfalle, api, cavallette, maggiolini e via dicendo.
Tutti insetti di dimensioni ben diverse rispetto alle effimere.

 La prima imitazione realizzata appositamente per pesci diversi dai salmonidi fu la Humble Bee di Best (*) per la quale l’autore utilizzava un amo del 2. Sebbene  non sia chiaro quale fosse la scala di misurazione di riferimento, è indubbio che non si trattasse di ami minuscoli.

Ogni pesce ha la sua mosca?

Come sempre nel caso della pesca a mosca, le tradizioni sono molto consolidate e siamo arrivati ai nostri giorni con la convinzione (non sempre confermata dai fatti) che esistono mosche da trote, mosche da temolo, mosche da cavedano. 

Quelle “da cavedano”, come abbiamo visto, derivano da una progenitrice di buone dimensioni, che voleva imitare di tutto un po’ e che i cavedani, pesci “di bocca buona”, accettavano volentieri. Come facciamo noi, quando diamo per scontato nozioni di cui non abbiamo riferimenti perché siamo un po’ tutti dei grandi c…avedani!!! 

Una precisazione: non ci vuole però molto per capire che il pesce non è un laureato in entomologia in grado di stabilire la differenza fra (per esempio) una B. rhodani maschio da una femmina o fra un bruco ed un’effimera: per lui sono entrambi cibo e in quanto tale (se affamato) non farà distinzioni. 

—-

(*) Thomas Best – A concise Treatise on the Art of Angling, 1786 – fu il primo autore a fornire la misura degli ami su cui realizzare le mosche artificiali.

OV

Accesso al sito

Effettua l’accesso per visualizzare i contenuti a te dedicati