Cominciare con la mosca: primi passi tra una delle tecniche più antiche della pesca.
Cominciare con la mosca: condensare in poche righe l’esperienza di secoli è un’impresa disperata quanto impossibile, e non vale neppure la pena di tentare.
Ne verrebbe fuori qualcosa di incompleto, incomprensibile e soprattutto complicato e non darebbe affatto l’immagine corretta di quello che è la pesca a mosca. Altrettanto inutile per il neofita addentrarsi in quel guazzabuglio di terminologie anglosassoni che ormai fanno parte del vocabolario comune del pescatore a mosca e che altro non fanno che rendere la vita difficile al povero principiante.
Per non parlare poi dell’entomologia applicata alla pesca: un’attività di elucubrazione mentale di estremo interesse ma che, onestamente, fornisce a chi vuole andare a divertirsi sul fiume pochi elementi determinanti per prendere più pesci.
Fra le varie componenti della pesca a mosca la costruzione degli artificiali riveste un’importanza notevole al punto che molti appassionati – dei veri e propri “maghi” del morsetto – la prediligono al lancio ed in alcuni casi anche alla cattura.
Per chi si vuole avvicinare a questo magico mondo, un solo consiglio: pazienza, pazienza ed ancora pazienza. I risultati non tarderanno ad arrivare e da quel momento in poi saranno solo successi.
L’importanza dell’abilità
Prima di tutto si scelga un certo modello e si acquisti il materiale necessario solo per quel tipo di artificiale e si continui a costruire solo quello fino a quando si sarà raggiunto un sufficiente grado di abilità. Poi si passa ad un altro artificiale e così via.
Poiché gli schemi costruttivi – salvo eccezioni – sono sempre gli stessi, in breve si sarà in grado di realizzare qualsiasi modello, anche quelli sconosciuti o ritenuti complessi.
Per costruire i propri artificiali è bene avere qualche cognizione (semplice semplice) di entomologia. E’ infatti indispensabile sapere che “tipo” di mosca si vuote imitare. Possiamo dividere le mosche in pochi grossi gruppi:
- ali erette sul corpo quando sono a riposo (effimere – “mayflies” per gli anglofoni),
- le ali sono “a tetto” (tricotteri – “sedge” o “caddis”),
- oppure sono tenute piatte (plecotteri – “stoneflies”),
- insetti che cadono accidentalmente in acqua (terricoli)
- ed i cosiddetti “moscerini” (o “midges”) nei quali possiamo raggruppare – per semplicità – tutti quegli insetti di minuscola taglia (ami dal n. 18 in giù, per intenderci) come i moscerini, le zanzare ecc.
Ci sono anche altri artificiali, utilizzati prevalentemente per i pesci predatori, che prendono il nome di “streamer” e “popper” ma non è il caso di parlarne in questa sede.
Difficile una catalogazione
Non c’è praticamente insetto che non sia stato imitato ed utilizzato con più o meno successo, tanto è vero che i modelli di artificiali oggi disponibili sul mercato oggi sono numerosissimi, al punto che è impensabile volerli catalogare tutti.
Indipendentemente dal “tipo” di insetto come detto poc’anzi, gli artificiali del pescatore a mosca si suddividono in due grosse categorie: quelli di imitazione e quelli da “caccia”.
I primi tendono a copiare il più fedelmente possibile un determinato insetto, quello di cui si sta cibando il pesce in quel momento. Gli artificiali “da caccia”, sono invece di solito più voluminosi, più appariscenti e servono per attirare l’attenzione del pesce quando non è in evidente attività alimentare. A grandi linee tendono a ad imitare insetti terricoli caduti accidentalmente in acqua (sono molto produttivi se fatti passare sotto la vegetazione riparia e sovrastante l’acqua (cavallette, bruchi, coleotteri, vespe…)
Pescare con la mosca non vuol dire solo posare la nostra insidia sulla superficie dell’acqua. Si può farla scendere appena sotto fino ad arrivare sul fondo, in una varietà di tecniche impossibili da accennare ora per mancanza di spazio.
Si parte dalla Bivisible
A coloro che vogliono cominciare con la mosca e vogliono cimentarsi nella costruzione si consiglia sempre di iniziare con una delle imitazioni più semplici: la Bivisible (nota: gli artificiali ed i suoi componenti hanno quasi tutti nomi inglesi o francesi). Si tratta di un “palmer”, ossia una imitazioni di insieme o “da caccia” che viene realizzata con una piuma di gallo bianca ed una nera (o marrone) avvolte una a seguito dell’alta su tutto il gambo dell’amo (che va di solito dal n. 16 al n. 10).
Niente corpo e niente ali. Se si usano hackle di buona qualità si ottiene una mosca in grado di galleggiare bene alta sull’acqua e di “tenere” anche correnti sostenute. Il suo pregio è di essere visibile sia in zone d’ombra grazie alla piuma bianca e sia in quelle chiare per via della piuma di colore scuro.
Per quanto riguarda le sommerse, una delle più semplici è la Orange and Partridge, il cui corpo può essere arancio, appunto, oppure giallo (ed allora avremo la Yellow and Partridge).
Uno dei problemi maggiori nella costruzione degli artificiali è riuscire a calcolare le proporzioni dei vari componenti in modo da ottenere una mosca proporzionata e ben bilanciata, soprattutto se dotata di ali.
Numerosi manuali
Cominciare con la mosca: primi passi tra una delle tecniche più antiche della pesca, abbiamo detto. La pesca con la mosca risale alla notte dei tempi ed in commercio esistono numerosissimi testi (la maggior parte in inglese ma alcuni anche in italiano) che spiegano molto bene l’arte della costruzione e grazie ai quali il tutto diventa molto più semplice.
Il sistema migliore, tuttavia, è quello di affiancarsi ad un amico compiacente ed abile costruttore, disponibile ad esprimere il proprio giudizio con occhio critico. Dopo qualche tentativo obbrobrioso i miglioramenti saranno immediati. Ma non abbiate paura se anche le prime mosche non soddisfano l’occhio: non eliminatele. Non si sa mai, c’è sempre qualche trotella suicida intenzionata a farla finita. E molto spesso è la mosca più brutta che prende più di tutte.
(Caccia, Pesca e Tiro a Volo, Ed. Greentime – 1995)