Apertura 2024: rito o ipocrisia?
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Ed eccoci, nuovamente, al consueto appuntamento. La grande sarabanda ha inizio: si apre la pesca alla trota. Per noi moscaioli la stagione vera comincia un po’ più in là nel tempo, e la data dell’apertura ci serve soprattutto per… scaldarci i muscoli, per dare una controllatina generale a tutta l’attrezzatura, per prepararci “psicologicamente” alle battaglie future. Anche se non è detto che il giorno dell’apertura debba essere obbligatoriamente negativo, non può essere certo paragonato con altri periodi dell’anno più propizi e che ci regaleranno emozioni più vive e durature.
Suggerimenti
In teoria, in un articolo di “apertura” si dovrebbe parlare di tecnologie e di consigli adatti a questo periodo dell’anno. Ma che dire di più di quanto ormai da sempre viene detto e ripetuto in questa occasione e che sa tanto di trito e ritrito? Sono ben pochi ormai i pescatori a mosca che non sanno come comportarsi il giorno dell’apertura: ore centrali per evitare la calca inevitabile, pescare prevalentemente sotto la superficie e con esche non microscopiche per invogliare le già stordite iridee (è ben raro catturare una fario selvatica in questo fatidico giorno!), stare comunque pronti a fare fronte ad una sempre possibile schiusa (solitamente di Olive) nelle ore più centrali… sono nozioni che ormai sappiamo a memoria.
E’ forse meglio prendere in considerazione il giorno dell’apertura come un momento più morale che materiale, un istante in cui fare proponimenti ed impegnarsi a mantenerli. E’ importante rendersi conto che il tutto dipende da noi – non solo dai moscaioli ma dai pescatori tutti – e che siamo solo noi la causa delle nostre colpe.
Nella pesca, così come nelle altre attività umane, il comportamento è dettato da regole che non sempre sono scritte. Così come non sta scritto da nessuna parte che si deve rispetto agli altri pescatori che ci hanno preceduto o che si incontrano risalendo il corso d’acqua oppure al fiume, ai pesci ed a tutto l’ambiente che ci circonda. Non sta scritto, ma quanta verità!
Una buona idea
Se invece riteniamo che eliminando l’ardiglione non facciamo che complicarci la vita perché aumentano i rischi di perdita dei pesci ferrati (ma chi può ammetterlo, con sincerità?) proponiamoci di lasciare comunque andare il numero maggiore delle catture effettuate nell’arco della stagione. A mosca, lo sappiamo, è quasi sempre possibile farlo riducendo al minimo i danni al pesce. O, scendendo ancora, di prendere in considerazione solo catture oltre una certa misura, ben al di sopra di quella stabilita per legge. Ed ancora: liberando tutti i pesci pescati.
Rispetto non solo per il pesce.
Il rispetto dell’ambiente, però, non è legato al fiume ed alle catture. Più semplicemente vuol dire evitare, dove possibile, di entrare in acqua, non lasciare in giro carta e sacchetti vuoti e via discorrendo. La pesca a mosca è bella anche perché evita il fastidio di portarsi appresso scatoline e barattolini che inevitabilmente vengono lasciati sul greto del fiume. Non roviniamo tutto con una semplice lattina di Coca-Cola.
Scelte
La scelta del posto ha un’importanza notevole se si vuole avere la speranza, seppure minima, di ben riuscire con la mosca, soprattutto in apertura. I casi sono due:
1) andiamo in quei torrenti dove vano tutti, superaffollati ma (almeno in teoria) dotati di pesci di allevamento (le classiche trote-pollo e quindi più propense ad abboccare se non altro perché sono… tante). Qui con molta, ma molta fortuna, riusciremo a vedere qualche cosa, soprattutto nelle ore centrali della giornata, quando ormai molti pescatori sono andati a mangiare
2) Andiamo in quei posti lontani ed inospitali, difficili da raggiungere e che conosciamo solo noi (o almeno cosi crediamo). Qui godremo quasi certamente di un po’ di pace ma ci troveremo in un ambiente ancora inadatto per la pesca a mosca, troppo freddo, forse con un bel po’ di neve (anticicloni permettendo!) e sicuramente con acqua gelida. Le trote, qui, faranno fatica a salire su un artificiale anche se ben presentato e l’unica speranza è di tentarle con un bello streamer. Con risultati quasi sempre scadenti.
Alternative
Ci sono altre due alternative: starsene a casa propria a fare mosche ed a fantasticare sulle calde giornate che sicuramente verranno (opzione più razionale) o prendere la scusa dell’apertura per andare a fare una gita all’aria aperta, fingendo di non vedere la calca, i grovigli di lenze, la selva di canne lungo gli argini ed invece di portare a spasso il cane, si porta a spasso la canna.
I vantaggi ci sono: si prende aria buona, la prima della stagione, si osserva la natura e se ne traggono quelle informazioni che a noi pescatori a mosca servono come l’aria e si rispetta la tradizione dell’uscita dell’apertura.
La pesca a mosca è fatta anche di queste cose e non solo di mosche, di code di topo e di lanci smisurati. E’ fatta di rispetto per l’ambiente, per la natura, per le nostre prede e per noi stessi.
Questi sono argomenti che bisogna sviluppare e divulgare. Pur continuando a parlare di mosche, di code di topo e di lanci smisurati e, perché no?, di pesci.
(1989)